Bitonto, 2016. La società civile e le Istituzioni continuano a lottare contro le mafie, senza interruzioni, coltivando la quotidianità dell’agire. La Cultura (ed i suoi Eventi) ormai da diversi anni ha abitato le piazze e le strade intrecciando il messaggio della crescita alla lingua ed ai sentimenti popolari. Così come sono seguiti numerosi investimenti pubblici in strutture sportive, parchi gioco, aree ludiche in quartieri concepiti come mero dormitorio nella zona 167.
Il movimento sociale creato sembra essere quello che le mafie non vogliono, in eterno conflitto tra le bande del centro storico e quelle, appunto, della zona 167. Loro desiderano piazze e strade non popolate per poter appropriarsene con movimenti quasi militari, perché non si fa una rapina a mano armata in una piazza piena di gente (la fuga ne sarebbe ostacolata). Non si ruba di fronte a cento occhi perché il pericolo di una testimonianza o denuncia è più tangibile. In questa sfida tra lo Stato e la Mafia, in questo scenario di rivalsa, la comunità assiste al drammatico epilogo di una vita innocente, quella di Anna Rosa Tarantino, sorpresa in un conflitto a fuoco tra le bande rivali per la violazione di un confine tra territori di spaccio.
Anna Rosa diventa così, suo malgrado, un simbolo, la prima vittima di mafia di una Città che ha smesso di giocare a nascondino con questa parola mostrando i suoi punti di forza come strumento per contrastare le organizzazioni criminali. Questo docufilm racconta, come in tutte le partite più dure, quanto Bitonto sia caduta più volte. Ma, a differenza del passato, mostra anche le ragioni di una scelta: quella di scendere in campo sfidando un nemico fino a quel momento mal celato, costretto finalmente a mostrare il suo marcio corpo a tutti.
Questa è la storia di un sentimento di rivalsa di una intera Comunità, che assomiglia ad altre storie italiane sparse per la Penisola. Questo è il racconto di un dolore che non andrà più via. Che ha cambiato per sempre le vite di una cittadina di quasi 60.000 abitanti.
Docufilm “La Mafia ha paura. Storia di un sud che può vincere” – YouTube
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